La batteria: uno strumento musicale moderno |
Sebbene si possa pensare che le percussioni siano sempre esistite, il set di batteria come lo conosciamo oggi ha appena un secolo. La batteria moderna nasce infatti a New Orleans nel 1920 circa, grazie alle bande di strada e all’avvento del jazz. Era in quegli anni che le bande della città americana scorrevano per le strade suonando, tuttavia utilizzando uno strumento per persona. È proprio per esigenze di spazio che nasce la batteria moderna. Dalle fanfare popolari si passò a suonare nei locali, cominciando a fondere la grancassa con il rullante militare. Solo successivamente vennero aggiunti i piatti che, con il loro suono acuto, riuscivano a compensare le frequenze basse dei tamburi. In seguito, molte culture ed etnie presenti in America diedero il loro contributo, come ad esempio i cinesi che importarono tamburi e tom di diametro piccolo ed i turchi che furono i capostipiti della produzione dei piatti, fondendo principalmente il rame e l’ottone. Da notare che in passato la grancassa veniva suonata direttamente con il piede (non per niente si chiamava "kick drum"), mentre oggi si utilizza il pedale per la cassa, grazie ad un battente mobile. I fusti della batteriaCome sono composti i fusti della batteria? Nella sostanza, sono cilindri realizzati in diversi tipi di legno o metallo (o in alcuni casi particolari anche in plexiglas). Per quanto concerne il legno, le tipologie di batteria più famose sono l’acero, la betulla, il mogano, la bubinga, la noce e la quercia. Per quanto riguarda i metalli, i più blasonati sono l’acciaio, il rame e l’ottone. I fusti possono essere realizzati a multistrato, a doghe in legno massello, in legno massello piegati a vapore, in legno massello con uno scavo ed in metallo. Questi ultimi in particolare sono utilizzati per realizzare i rullanti, visto il suono squillante che garantiscono. Solitamente, i fusti della batteria riguardano il rullante, i tom, i timpani (chiamati anche “floor tom”) e la grancassa. Il resto del set della batteria è composto dal pedale per la grancassa, dalle aste per tenere i piatti e dai piatti stessi. Con il passare degli anni, il set di batteria è andato evolvendosi notevolmente, impiegando anche l’ausilio di elementi percussivi di stampo afroamericano come congas, campanacci e timbales, per non parlare dell’apparato elettronico composto da pad e campionatori che hanno permesso di inserire suoni “tecnologici” all’interno del set di batteria. Naturalmente, le bacchette sono l’oggetto con cui i batteristi suonano gli strumenti del drumset. Le bacchette sono generalmente in legno di hickory (anche se ne esistono anche in plastica e carbonio). Tuttavia, ci sono altre particolari tipologie di bacchette come i rod (bacchette con piccoli fasci di legno che ne compongono un paio), le spazzole (molto usate in ambiti jazz) e i mallet (battenti sotto forma di bacchetta). Inoltre, ogni bacchetta ha la sua punta caratteristica che può essere sferica, conica, ovoidale (probabilmente la più comune) o cilindrica. La batteria nella musica odiernaCome accennato in precedenza, i primi cenni di batteria moderna si hanno con il jazz, in cui rullante, tom, timpano, grancassa e piatti costituivano il set. Da notare che, inizialmente, i piatti del charleston venivano chiamati “low hat”, in quanto venivano suonati insieme solo con il piede sinistro con l’ausilio di un asta. Successivamente, tali piatti vennero suonati anche con la bacchetta, in quanto l’altezza cambiò e, conseguentemente, il loro nome divenne “hi' hat”. Da quel momento in poi, il set di batteria ha preso una linea standard che, alla radice, non ha mai cambiato fino ad oggi. Nacquero così batteristi che hanno lasciato il segno nella storia della batteria jazz e del drumset, quali Art Blakey, Joe Morello (esecutore del famosissimo standard jazz “Take Five”), Gary Chaffee (riconosciuto per i suoi libri didattici) o Peter Erskine. Attorno agli anni ‘70/’80, sorsero sempre più varianti di generi e stili, quali funk, latin, fusion, rock, metal punk e naturalmente pop, con musicisti come Dave Weckl, Vinnie Colaiuta, Steve Gadd, Mike Mangini o Marco Minneman che, dietro le pelli, hanno segnato la storia della batteria, risultando tra i migliori esponenti dello strumento. |